Attorno alle Tre Cime
Attorno alle Tre Cime

Attorno alle Tre Cime

Era il 2017.

Avevo stampato su 4 fogli A4 la cartina della zona delle Tre Cime di Lavaredo facendo combaciare i bordi e attaccandoli con lo scotch trasparente. Stavo programmando un giro che toccasse tutti i punti attorno alle Tre Cime assieme al cane, in autonomia, con lo zaino e la tendina. Non sapevo quasi nulla di montagna, sapevo solo che volevo salire con il cane e dovevo farlo cercando di prepararmi al meglio per me e il nano. Avevo segnato i sentieri che volevo fare con l’evidenziatore rosa fluo e avevo una lista degli stessi in ordine di percorrenza.

Nano aveva qualcosa come 5 anni, era stronzo come lo è ora forse di più. Io avevo qualche anno in meno e già da un annetto giravo per le montagne di casa, allenandomi in escursioni improbabili, aumentando dislivelli gradualmente e chilometraggi in base a me e al cane. Avevo capito che andare in montagna con il cane non era scontato, c’erano dinamiche e situazioni che era necessario essere in grado di valutare, era necessario avere la corretta gestione del cane e per alzare l’asticella della difficoltà bisognava allenarsi. Era già un buon punto di partenza.

Partivo dalla Val Fiscalina con uno zaino immenso, se ci penso ora mi vien da ridere. Per un giro che oggi farei in giornata, probabilmente. Da quel giro e da quella estate è nato il progetto Mountain Dog Walk che si occupa, oggi, di Formazione sull’Escursionismo con il cane. Agli esordi invece consisteva in semplici passeggiate con il cane.

Ne è passata di acqua sotto i ponti da quell’anno. I miei piedi e le zampe del nano han fatto parecchi km da quella volta e visto davvero un sacco di cime e girato attorno ad un sacco di sassi.

Il giro quella volta non siamo riusciti a farlo per intero, è stata comunque un’esperienza indimenticabile. Montare la tenda e dormire sotto quelle crode, vederle da vicino e poter condividere questa esperienza con il mio cane è stata la miccia che ha fatto esplodere qualcosa dentro di me. Da lì in poi qualcosa è iniziato e me ne rendo conto solo ora.

Questo week end, sotto a quelle 3 Crode abbiamo fatto passare i ragazzi della III Edizione di IN MONTAGNA CON IL CANE. Erano 3 anni, da quando il Corso è nato, che rompevo le palle per organizzare l’ultima escursione del corso sulle Dolomiti di Cadore, montagne che negli ultimi anni per me sono state palestra e casa. Credo per sfinimento, gli altri, abbiano accettato. E’ stato davvero emozionante vedere i ragazzi sui miei sentieri ( si lo so non sono miei, ma li conosco a memoria ormai e sentimentalmente sono davvero legata a quei luoghi), impegnati a provare e riprovare le tecniche apprese, vedere l’effettiva utilità di ciò che abbiamo insegnato trovare presa su zampe a piedi di cani e conduttori. E’ stata una figata pazzesca vedere Davide ( la nostra guida) parlare e indicare cime ai ragazzi che stupiti ammiravano l’orizzonte. E’ stato davvero bello vedere Sara e Maria spiegare come è meglio tenere il cane in un passaggio piuttosto che un altro, aiutare chi più in difficoltà e spingere chi avrebbe voluto mollare.

Avevo una macchina fotografica in mano e ho ripreso tutto. Mi sono goduta tutto. E avevo nell’altra mano, il guinzaglio di quell’essere dal quale tutto è partito. Questa volta, c’era anche il nano. Assieme abbiamo potuto vivere quello che io avevo sognato ( assieme a tutti gli altri) e quello che lui in questi 9 anni mi ha insegnato. Perché questa volta gliela devo: nonostante io mi lamenti di quanto poco utile sia il mio cane, di quanto difficile sia gestirlo, di quanto limitante possa essere fare delle cose con lui, questa volta, come tutte le volte dove davvero serve, lui c’è stato.

Dimostrandosi, non come è realmente ma come io vorrei che fosse, cioè il cane di qualcun’altro. Qualcuno più bravo di me.

Mi ha permesso di fare quello che faccio sempre: fotografare, correre, spiegare, insegnare, parlare a cazzo, andare su e giù come non ci fosse un domani, nascondermi lontano dal sentiero per cercare lo scatto giusto ecc…, senza batter ciglio, seguendomi e risultando pressoché invisibile, cosa davvero complessa per lui, talvolta.

E’ stato bellissimo vedere Alaska, Frida e Baloo essere altrettanto impeccabili, dimostrarsi capaci e utili per dare l’esempio. E’ stato bello avere lì tutti quelli che quel progetto l’hanno visto nascere e poi vissuto. Mancavano le due vecchie (Dropy e Mika), ma le abbiamo pensate. Io le ho davvero pensate.

Io ci credo davvero in questa cosa. Spesso nella mia testa metto in dubbio l’utilità di ciò che facciamo dando per scontato che tanti, anche senza di noi salirebbero in montagna lo stesso. Eppure, quando poi siamo effettivamente sui sentieri mi rendo conto che non è così: alcuni necessitano di questa formazione, ne trovano vantaggio. Altri, trovano sicurezza in ciò che spieghiamo e cominciano ad aprire porte che prima non avrebbero mai toccato. Altri trovano il sistema per allentare il nodo che strozza la relazione con il proprio cane.

Adoro la montagna, ti dà quella sensazione che se ti impegni, se sudi, se fai le cose bene e lentamente tutto può accadere. E forse è davvero cosi.

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