Non mi piace la coca cola.
Non mi piace la coca cola.

Non mi piace la coca cola.

Non mi piace la CocaCola. Non mi è mai piaciuta. Nemmeno da bambina, quando ai compleanni i miei compagni chiedevano la coca cola, io bevevo acqua o te. La CocaCola era troppo gasata e quel gusto strano non mi piaceva affatto. Eppure, oggi, quando corro per tanto tempo, nelle pause, ai ristori ho imparato a berla. La bevo solo in gara, mai mi verrebbe in mente di ordinare una coca al bar o in rifugio. Eppure in gara la bevo.

Equilibri. Che mutano ed evolvono.

Fino a giugno 2020, il mio zaino pesava un sacco, non facevo più di 20k e i dislivelli se superavano i 1000 era già parecchio. Poi il salto, che salto non è stato. E’ stato più una naturale evoluzione di testa e di fisico, graduale. Cambiamento che ha dato risposta anche ad una necessità interiore probabilmente, ma lo capisco solo ora. Quando ho iniziato non credevo di poterlo fare, eppure alla prima uscita un pò più lunga mi son resa conto che gran parte della difficoltà erano tutta nella mia testa. Ero io a non credere di poterlo fare. Le mie gambe c’erano e con un po’ di peso in meno sulla schiena giravano bene.

Costanza e testa dura han fatto il resto, insegnandomi a tener duro, a spostare i confini del recinto sempre un po’ più in là, a non tirare indietro e a smettere di dirmi che non sarei stata in grado di farlo. A tirare il carro davanti, c’era lui, un orso che per primo ha creduto che io lo potessi fare e credendoci ha convinto pure me. L’ho inseguito per più di un anno, cercando di stargli dietro, arrancando in salita, andando incontro alla morte in discesa, consapevole che mai sarei riuscita a tenere il passo, ma perlomeno facendo così uscivo dalla mia comfort zone.

Dopo aver capito che la cosa mi piaceva, che correre km, fare un sacco di strada, vedere un sacco di cose in un solo giorno mi piaceva da morire, dovevo trovare il mio modo di farlo. Oltre a correre dietro all’orso, oltre a cercare pace mentale nella fatica, doveva esserci altro.

C’ho messo un po’ a trovare il mio equilibrio. Ieri, con le cuffiette nelle orecchie ascoltando le parole di un Ultra Runner, arrivo ad una conclusione: il mio cervello oltre una certa distanza MEDITA. La mente si spegne, si concentra, annulla il tempo che dovrebbe scorrere, ma non scorre più come prima e rimane nel quì e ora. Non pensa al dopo, non pensa al prima, non pensa a quanto manca o a quanto è già passato. Si allontana dalle cose inutili per badare ai bisogni primari: bere, mangiare, ascoltare il proprio corpo e andare avanti. FINE.

In questo stato, il mio cervello produce una miriade di pensieri e cose apparentemente inutili ma estremamente profonde, per me. Devo ancora trovare un modo per immagazzinarle ed evitare di dimenticarle, forse con un pò di pratica ci riuscirò, per ora riesco solo a metterle in un cassetto alla rinfusa, rischiando di perderle, ma la cosa fondamentale ad oggi è che ho imparato ad ascoltarle, sentirle.

Spengo la musica e ascolto il mio cervello scrivere.

Ascoltando le parole di questo personaggio delle ultra (quelle vere sopra i 160km), abituato a gare e spedizioni davvero complesse, questa è meditazione: si migliora con la pratica, muta nel tempo, si arricchisce con la tecnica. Come nella corsa: ragionavo sulla mia evoluzione, breve 2 anni appena, ma davvero enorme per me. Oggi ho padronanze su cose che 2 anni fa nemmeno sapevo di poter gestire.

Il mio equilibrio è questo, ancora un po’ incasinato, ma ho capito qual’è la via. Posso sentire la mia mente scrivere, ascoltarla mentre mette in fila pensieri, dimenticarmi dello scorrere del tempo, concentrami sul quì e ora ed essere consapevole che quando corro sono una privilegiata, posso correre e camminare nei luoghi che più amo, nei luoghi che mi fanno star bene e farlo per tanto tempo. Sono io a volerlo e posso farlo.

Imparerò a fare ordine tra i pensieri, a non dimenticarmi le cose che la mia mente scrive, ad annullare totalmente lo scorrere del tempo a godermi a pieno di quello che vivo quando corro. Sono ancora lontano da tutto questo, ma 2 anni fa camminavo per massimo 20k, oggi posso correre per almeno 55k, scendere di corsa cantando, mangiare un toast e bere una CocaCola.

6 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *